MISSION IMPOSSIBLE: “AMA LA TUA CROCE!”
5 Nov 2015 - BLOG di Federico ZANARDO, Redazionali del Giovedì (amam, croce, Federico Zanardo, impossible, la tua, mission)
“Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.” [Lc 14, 27].
di Federico ZANARDO
05.11.2015 – Oggi vorrei soffermarmi e provare a ragionare su quella che è la sfida più bella e più ardua della nostra Fede: amare la propria croce! È una bella gatta da pelare, ma d’altronde Gesù Cristo non ci va mai piano con le sfide spiazzanti: “Ama il tuo nemico”, “Porgi l’altra guancia”… son cose che al primo impatto lasciano basiti. Me lo dimostrano le facce stupefatte dei bambini del catechismo quando accenno loro queste cose, e ancor di più quelle dei miei adolescenti che, scontrandosi con le prime sfide ardue della vita e con le prime persone che si oppongono a loro in maniera netta (genitori severi -sempre meno, purtroppo- oppure professori non all’altezza -sempre di più, purtroppo- o ancora amici che non erano davvero tali) mi rispondono con frasi tanto semplici quanto eloquenti: “Coooosa?!? E io dovrei perdonarlo?!?” oppure “… tutti ‘sti casini e io dovrei amare i miei problemi? Ma ce la fai?” E non è mica facile da capire… anche chi si costruisce una Fede forte, dinanzi a qualcosa che va storto, spesso non si trattiene dal chiedersi: “Signore, ma proprio a me?”
Eppure non è una cosa da poco, perché Gesù lo mette addirittura come PUNTO DI PARTENZA per diventare suo discepolo: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.” [Lc 14, 27].
Lo ripeto, perché io stesso mentre lo scrivo faccio fatica a concepirlo: amare la propria croce, prenderla sulle spalle di buon grado per seguire il Signore è una cosa che a noi, qualora ce la facessimo, sembrerebbe un traguardo straordinario, un pass- par-tout per il paradiso, quasi una giusta causa per una canonizzazione immediata! Ma quanto siamo lontani, invece, perché non è altro che il punto di partenza! Ognuno di noi allora deve domandarsi, nel cammino verso il Padre, dove si trova. Perché, probabilmente, in tanti non siamo neanche ai blocchi di partenza! Se uno legge con attenzione le righe precedenti e successive del brano di Vangelo citato, la prima sensazione è quella di essere al posto di Tom Cruise come protagonista del prossimo Mission Impossible: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.”[Lc 14, 26] e ancora “Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.” [33]
Mi immedesimo nei miei ado e rispondo: “Coooosa?!? Odiare i miei genitori e i miei fratelli?” (qualcuno con screzi in famiglia risponderebbe anche di sì, ma mentirebbe a se stesso prima ancora che a me!), oppure “Coooosa?!? Rinunciare ai miei averi? Con la fatica che ho fatto per convincere i miei a farmi comprare iphone/ motorino/playstation/scarpe etc…?!?” (Qui il coro di “Col cavolo!” sarebbe invece unanime e all’unisono!)
“No, no e certo che no!” risponderei io. Non si tratta del “NO” da dire alle persone care o ai preziosi oggetti, ma del “SÌ” da dire a gran voce a Qualcuno di più grande e più bello! E solo se poniamo Gesù al primo posto questo “sì” diventa autentico e pieno! Solo se poniamo Gesù al primo posto il nostro amore per mamma, papà, fratelli e sorelle sarà più vero, perché a immagine del Suo. E come poniamo Gesù al primo posto? Prendendo sulle spalle e amando la nostra Croce. Ma amare la nostra croce non vuol dire sopportare senza lamentele i guai che ci capitano, sfido chiunque che non si chiami Giobbe a non tirare un pugno sul tavolo dinanzi all’ennesimo pasticcio da fronteggiare. Amare la propria croce significa scegliere di imitare la vita di Gesù, giorno dopo giorno, azione dopo azione, decisione dopo decisione. Portare la propria croce significa caricarsi sulle spalle quell’Amore che essa significa e, di conseguenza, anche quei dolori che qualsiasi amore comporta! Quando capiamo che la croce è amore, forse diventa giù un po’ più leggera!
Siamo dunque davvero di fronte ad una Mission Impossible? Non credo, ma anche se ci sembrasse tale, San Paolo ci ricorda che “Tutto posso in Colui che mi dà la Forza” [Fil 4, 13]. Non arrendiamoci prima ancora di arrivare ai blocchi di partenza!