FONDAZIONE ORATORI MILANESI | Bologna ha visto camminare 1500 adolescenti della nostra Diocesi in una intensa 24 ore che è culminata la sera del sabato 16 marzo, nel percorso della Notte bianca della fede, e la domenica 17 marzo con la S. Messa nella Basilica di San Petronio, per dare senso e direzione alle nostre ore. Ecco il resoconto dell’Incontro diocesano di quest’anno.
«Benvenuti a Bologna!», accoglie l’Arcivescovo Matteo Zuppi gli adolescenti, sabato 16 marzo, dopo l’animazione con il Coro delle Verdi Note dell’Antoniano di Bologna.
Con la preghiera di Mandato inizia il percorso «All’Ora» della Notte bianca della fede 2019. Una Notte… «bianca, per imparare ad essere svegli; una Notte bianca per imparare a vedere i tanti colori e a dare tanti colori alla vita della città e alla nostra vita, che tante volte è tutta quanta un po’ uguale, tutta un po’ bianca, i colori si vedono soltanto se abbiamo gli occhi del cuore… È una Notte – prosegue l’Arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi – nella quale impariamo a tenere gli occhi aperti, ed è tanto facile chiudere gli occhi; è una Notte diversa, non c’è dubbio, perché siete in comunità… siete insieme e non da soli, sarete anche un po’ da soli, ma insieme. Ecco perché è una Notte diversa, una Notte che vogliamo cambi il nostro cuore: ORA, non domani, non nel passato, o in qualcosa di improbabile, è ora, oggi! Sì, il Signore parla oggi».
Parla oggi e parla ora, ai 1500 adolescenti della Diocesi di Milano che, con i loro educatori, all’ora in programma, hanno invaso con il loro entusiasmo Piazza Maggiore a Bologna, una delle più belle città d’Italia, sorpresa, in questo weekend di Quaresima, da migliaia di ragazzi ambrosiani, con una fascia rossa, che la attraversano, festosi ed allegri tra i contrasti e le distrazioni delle sue vie, così caratteristiche, percorrono i suoi portici, gustano i suoi piatti tipici, visitano e pregano nelle sue chiese più belle. Portano con loro il desiderio di crescere, di capire, di compiere scelte coraggiose. Perché non tutte le ore sono uguali… e questa – assicura l’Arcivescovo di Bologna, a cui don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi, dona l’Evangeliario ambrosiano, ringraziandolo per la sua accoglienza e le sue parole, capaci di toccare il cuore – «È un’ora diversa da tutte le altre che io credo ci aiuterà a dare senso a tutte le altre ore…».
Le luci dei cellulari ondeggiano al ritmo dell’Inno della Notte bianca della fede 2019 «All’ora», che accompagna i ragazzi in questa esperienza: «È l’ora del tuo sì alla vita, Quell’ora per dirci che non è finita. È l’ora di un Amore grande così, allora, ancora e per sempre qui…».
Sono degli esercizi spirituali davvero speciali quelli che coinvolgono, ora, i ragazzi, chiedendo loro di mettersi in gioco in alcuni aspetti essenziali della vita, come il silenzio, la preghiera, il mettersi in ascolto. Li vivono insieme, itineranti, camminando come pellegrini e un po’ “cambiandola” questa città e queste persone che vi abitano, lasciando un segno e una testimonianza del loro passaggio.
Un pellegrinaggio della fede, vivendo gesti semplici di preghiera e ascolto della Parola di Dio, ripercorrendo nella notte i segni della Passione del Signore Gesù, in quell’Ora in cui dona se stesso, visitando le chiese di questa città: San Francesco (ricordando i seguaci del santo di Assisi che ben presto hanno raggiunto questa città), Santissimo Salvatore (dove è sempre tempo dell’adorazione di Gesù presente nell’Eucaristia), San Petronio (la Chiesa incompiuta, maestosa, voluta dal popolo ed espressione della fede dei bolognesi), Santa Maria della Vita (dove si rimane ammutoliti alla vista del Compianto sul Cristo morto, l’urlo pietrificato dell’ora del dolore, espresso in una particolarissima scultura in legno del XV secolo), San Domenico (la chiesa dove riposano le spoglie di questo grande santo che insieme a San Francesco ha rinnovato la Chiesa nel medioevo), Santi Vitale e Agricola (Santi Martiri bolognesi che proprio sant’Ambrogio ha scoperto e fatto conoscere), la Cattedrale di San Pietro (in cui risplende un antico crocifisso che ci ricorda l’ora di Gesù per la quale è venuto tra noi, l’ora dell’amore supremo, l’ora della vita donata fino alla fine).
C’è tempo, ed è un’occasione da non sprecare, per affidarsi al perdono di Dio nella confessione; sostare un momento con il Signore Gesù, presente nell’Eucaristia; pregare, personalmente, il Signore; ascoltare riflessioni e curiosità, come il racconto della costruzione della Basilica di San Petronio, “incompiuta” (per non tradire i progetti iniziali), una delle chiese più grandi d’Italia e d’Europa, con la meridiana più lunga del mondo.
Al termine di queste tappe vissute a gruppi, nella Cattedrale di San Pietro tutti insieme vivono una celebrazione della luce molto suggestiva, che conclude questa prima parte della Notte. “Uno squarcio nella Notte viene dalla luce del Risorto”, “Camminiamo e giochiamo la nostra vita, ora dopo ora”, “La luce della fede illumina tutta la vita”… quante emozioni e pensieri custodisce il ragazzo scelto a rappresentare ogni oratorio partecipante, in processione fino all’altare, mentre tiene la sua candela tra le mani.
E così tutti i suoi amici che riempiono la chiesa e «ci fanno capire, scoprire, che la Chiesa è qualcosa di grande, un mistero che supera le nostre vite, le nostre parrocchie, i nostri oratori, e ci permette di ritrovarci, come fratelli e sorelle». Continua don Stefano Guidi: «Vi invito a ricordare questo momento. Questa Notte diversa dalle altre deve essere ricordata nel cammino della vostra vita, della vostra crescita, perché non è casuale e, forse, ci ha consegnato quella Parola che ci aiuta a fare un passo in avanti. Custodiamo quella Luce, che illumina il cuore e la vita, custodiamola dentro di noi e aiutiamo i nostri amici a custodirla, ma non teniamola solo per noi! Al nostro ritorno proviamo a raccontare a chi non l’ha vissuta questa esperienza perché possa sentire la nostra gioia».
Il mattino di domenica 17 marzo un’altra giornata di sole accoglie i ragazzi che attendono, giocando, scherzando, chiacchierando, in Piazza Maggiore. Nella notte sono stati ospitati dalle parrocchie, nelle scuole, e negli oratori della diocesi di Bologna: ora, nei loro sorrisi, la luce accesa nel cammino è evidente.
Nella Basilica di San Petronio, nel cuore della città, nella celebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc.za Mons. Paolo Martinelli, Vescovo ausiliare di Milano, possono scoprire fino in fondo che significato ha quell’Ora per la propria vita, anche attraverso il Vangelo che racconta l’incontro di Gesù con la Samaritana, e svela, all’improvviso, una sete più profonda, il desiderio di essere amati e amare.
Ci sono ore che appaiono tutti uguali. Con i nostri dispositivi, orologi, cellulari, le nuove tecnologie, abbiamo una grande confidenza con il kronos. Il tempo scorre… «i giorni si susseguono nella monotonia, le settimane, i mesi, gli anni, si ripetono». Il tempo procede indifferente rispetto a come siamo e come stiamo. Ma il tempo è prezioso, non è tutto uguale, piatto, e ci sono ore uniche, ore diverse da tutte le altre ore della vita: quell’ora, per la Samaritana, è stata quella in cui ha incontrato Gesù e le ha cambiato la vita. «La vita non è kronos, nello scorrere del tempo c’è il kairos!», afferma nell’omelia il Vescovo Paolo Martinelli.
«Ecco l’ora nella quale tutto cambia: quando facciamo un incontro che ci rivela l’amore di Dio per ciascuno di noi. C’è un giorno e un’ora in cui scopri che non sei un caso, non sei il numero di una fotocopia, sei originale, sei unico e irripetibile perché sei amato, sei voluto così come sei e se ci sei è perché Dio ha qualcosa di grande da farti fare in questo mondo…», ascoltano in silenzio gli adolescenti.
«Ecco ciò che rende unica la nostra vita, ciò che rompe la monotonia dei nostri giorni. L’ora in cui Gesù ha dischiuso il suo amore per noi, l’ora in cui capisci che bisogna rischiare, bisogna uscire dall’anonimato, dalla routine, dalle abitudini che mortificano il cuore. È l’ora di rispondere a questo incontro, è l’ora di rispondere all’amore, è ora di vivere alla grande, di smetterla di vivere a rimorchio. C’è un’ora in cui scopri l’incontro con Gesù e allora non si può più vivere come prima, tutto cambia se dici di sì a questo amore».
Sono state ore piene di bellezza, intense e profonde quelle che abbiamo vissuto alla Notte bianca della fede a Bologna. Ore che possono fare la differenza e diventare decisive.
«Non si può finire questa Notte bianca senza dire grazie», conclude don Stefano Guidi questa bellissima esperienza dell’Incontro diocesano adolescenti a Bologna, e allude a tutti coloro che l’hanno resa possibile, a cominciare dai presenti che hanno aderito alla proposta, dimostrando la disponibilità a vivere questo tempo come un tempo diverso, speciale; un grazie importante per gli educatori, don, consacrate che hanno accompagnato i ragazzi in questa iniziativa e li accompagnano ogni giorno nella crescita alla fede; a tutti i collaboratori della FOM, per l’aiuto a vivere ogni tappa e la gestione di questo Incontro diocesano adolescenti, e, per ultimo, al nostro Vescovo Paolo che ha parlato a tutti con calore ed affetto.
Allora possiamo fare nostra la sua preghiera finale: «Il Signore ci doni di vivere alla grande, all’altezza dei desideri più belli che il Signore mette dentro il nostro cuore, il desiderio di giustizia, di verità, di bellezza, di pace, e a diventare per tutti, i nostri compagni nella scuola, nel quartiere, in oratorio, testimoni della gioia contagiosa del Vangelo». Se tutto cambia per noi, siamo chiamati, infatti, a portare questo amore anche a tutti coloro che incontriamo.
Allora sapremo rendere unica ogni ora della nostra vita.