DIALOGO: OSTACOLI E RINFORZI
15 Dic 2016 - ADOLESCENTI, BLOG - Scintille di Vita, BLOG di Emanuele CONTALDO, Redazionali del Giovedì (avvento, dialogo, ostacoli, rinforzi, social network)
L’avvento dei social network, come ad esempio Facebook, ha portato ad una maggiore diffusione delle comunicazioni. Oggi, rispetto al passato, è più facile comunicare; basti pensare che i ragazzi, tramite sms, Messenger o Facebook, si scambiano tra loro un numero impressionante di messaggi.
A cura di Emanuele CONTALDO | Personalmente mi colpisce sempre quando sento frasi come «Ho finito i cento sms gratis» oppure quando osservo certe pagine di Facebook con più di 60 notifiche al giorno. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile mantenere tante relazioni, senza tralasciarne nessuna.
Eppure, se si scava un po’ oltre questa prima osservazione superficiale, ci si accorge che la qualità dei contenuti delle comunicazioni virtuali è decisamente mediocre.
Spesso, sono gli stessi adolescenti a dichiarare che servirebbe più dialogo e ad invocare una maggiore qualità delle relazioni. Pur avendo sentito gli amici qualche minuto prima, tramite sms o Facebook, quando si verifica l’incontro reale tra le persone sembra sempre che manchi qualcosa alla comunicazione.
Sicuramente Facebook e gli sms hanno aumentato le possibilità di scambio di informazioni, tuttavia la comunicazione virtuale ha dettato anche le sue condizioni nel dialogo.
Infatti, a differenza del dialogo a quattrocchi le comunicazioni virtuali hanno eliminato il 90% del contenuto di un’interazione. Basti pensare a tutte le informazioni che il nostro linguaggio non verbale mostra in una normale comunicazione: sguardi, gesti, posizioni del corpo e tono della voce veicolano una quantità di informazioni decisamente maggiore rispetto al solo canale della parola.
Inoltre, l’interazione virtuale modifica i tempi e i luoghi della comunicazione: non essendo davanti a una persona le mie risposte possono giungere dilatate nel tempo, addirittura io posso anche scegliere di non rispondere. È sempre più frequente incontrare persone che, per evitare di entrare in conflitto con qualcuno, preferiscono non rispondere a certi messaggi scomodi; ma ciò che ne risente è la qualità del dialogo.
Poter comunicare, senza essere visti, in qualsiasi momento della giornata, annulla le distanze e ci permette di inviare informazioni in tempo reale, magari continuando a svolgere altre attività nel frattempo.
Ma se da un lato la comunicazione istantanea mi permette di comunicare immediatamente ciò che mi rallegra o che mi demoralizza, dall’altro riduce l’attesa delle informazioni e può finire con creare un forte ridimensionamento del contenuto comunicativo della conversazione reale.
Infine, mettere a conoscenza dei propri fatti personali molte persone, che in maniera subdola Facebook chiama “amici”, ostacola un’adeguata conoscenza tra i soggetti che vengono spesso rinchiuse in pregiudizi legati alle poche informazioni che leggiamo dalla pagina personale. Non tutte le informazioni o le foto lì presenti possono essere lette nello stesso modo: una foto di una ragazza in costume può essere letta come il racconto di una semplice vacanza al mare o addirittura come la presentazione di una ragazza decisamente poco inibita.
Oltretutto nella pagina personale di Facebook, anche se si ha l’illusione di essere liberi, di poter scrivere ciò che si vuole, in realtà noi possiamo inserire solo informazioni molto limitate e chiuderle entro schemi molto rigidi. Basti pensare che nella stesura del profilo posso riempire solamente una serie di voci già prestabilite.
Allora, alla fine come potremmo migliorare la nostra comunicazione?
Vittore Mariani, pedagogista e docente dell’Università Cattolica di Milano ha individuato quattro pilastri fondamentali del dialogo, che credo possano essere utili a ciascuno di noi per migliorare la qualità delle nostre relazioni: ascolto, chiarezza, mitezza, fiducia.
Per poter entrare in dialogo con una persona occorre saper ascoltare facendo una distinzione tra l’udire e l’ascoltare. Il primo è una semplice percezione dei rumori e dei suoni, il secondo è il porre una particolare attenzione nell’udire. Spesso, quando entriamo in dialogo, non cerchiamo delle risposte, ma vogliamo solo sfogarci. Ecco allora evidenziata l’importanza dell’ascolto. La distrazione, la mancanza di motivazione, la pretesa di imporre la propria idea, il pregiudizio, la presunzione di sapere a priori ciò che l’altro dirà sono solo alcuni degli ostacoli ad un ascolto vero.
Secondo punto fondamentale del dialogo è la chiarezza. A volte si ha la pretesa demenziale di essere capiti senza aver esplicitato nella sua completezza il messaggio. La chiarezza esige il non essere superficiali. Inoltre, non bisogna confondere il desiderio di non offendere l’altro con il non dire la verità.
Il dialogo non è mai offensivo o pungente. Il dialogo esige, come terzo pilastro, la mitezza. In esso non ha ragione chi grida di più o chi si presenta come il più forte.
Infine, nel dialogo occorre anche la fiducia, io devo credere a ciò che l’altro mi sta dicendo senza aver bisogno di altri riscontri.
Senza questi quattro presupposti, secondo Mariani, il dialogo non è vero.
Un uso corretto dell’interazione virtuale non può prescindere dalla consapevolezza dei rischi che la qualità delle nostre comunicazioni può correre. Conoscere ostacoli e rinforzi del dialogo è il primo passo verso la costruzione di relazioni significative.
UNA PICCOLA BIBLIOGRAFIA PUO’ AIUTARCI…
H. Gardner, K. Davies, Generazione App. La testa dei giovani e il nuovo mondo digitale, Feltrinelli, Milano 2014
M. Ranieri e S. Manca, I social network nell’educazione. Basi teoriche, modelli applicativi e linee guida, Erickson, Trento 2013
M. Facci, S. Valorzi, M. Berti, Generazione Cloud. Essere genitori ai tempi di smartphone e tablet, Erickson, Trento 2013
M. Facci, Le reti nella rete. I pericoli di internet dal cyberbullismo alle sette pro-ana, Erickson, Trento 2013.
G. Mascheroni, K. Ólafsson, Net Children Go Mobile: il report italiano, OssCom, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 2015
P. Ferri, I nuovi bambini. Come educare i figli all’uso della tecnologia, senza diffidenze e paure, RCS, Milano 2014
A. Fogarolo, Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network, Erickson, Trento 2013
G. Mascheroni, a cura di, I ragazzi e la rete. La ricerca EU Kids Online e il caso Italia, La Scuola, Brescia 2012.
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