A PROPOSITO DELL’AMICIZIA
8 Dic 2016 - ADOLESCENTI, BLOG - Scintille di Vita, BLOG di Emanuele CONTALDO, Redazionali del Giovedì (amicizia, ascolto, dialogo, difficoltà, educazione, oratorio, ragazze, relazione)
Oggi vogliamo introdurre il nostro redazionale, evidenziando uno degli aspetti fondamentali delle presenza di un educatore professionista in Oratorio, cioè della Sua stessa presenza, che con competenza, può garantire realmente un luogo educativo che accoglie prima di tutto e che al tempo stesso ascolta e si mette in gioco, cioè in relazione con i ragazzi che arrivano. In diversi casi nella nostra esperienza, abbiamo anche potuto toccare con mano, che molti adolescenti, scelgono di venire e stare in oratorio proprio per questa presenza che diventa gradualmente un punto di riferimento importante che in altri luoghi e contesti non trovano.
A cura di Emanuele CONTALDO | Un pomeriggio, come tanti altri in oratorio, incontro due ragazze che mi raccontano della loro difficoltà a trovare dei momenti in cui vedersi con una loro amica che, carica dei suoi mille impegni, fatica a dedicare loro il tempo come in passato.
Questo semplice episodio ha risvegliato in me una domanda: due amici, per definirsi tali, devono vedersi con una frequenza abbastanza intensa?
Ad un primo sguardo chiunque mi risponderebbe affermativamente, tuttavia è facilmente dimostrabile che noi non diventiamo amici solo di coloro con cui entriamo più frequentemente in contatto.
Spesso, infatti, possiamo trascorrere una vita insieme a molte persone senza che noi le consideriamo amici. Basta solamente pensare a compagni di scuola o colleghi di lavoro con cui passiamo la maggior parte delle ore delle nostra giornata, ma che non definiremmo mai nostri amici.
Eppure, è convinzione comune che un’amicizia per crescere deve essere coltivata e quindi in qualche modo diamo per scontato il fatto che per essere amici bisogna vedersi e trascorrere del tempo insieme.
Ecco, allora, che la domanda a cui troppo velocemente avevo risposto in maniera affermativa risuona ancora nella mia mente, senza una risposta definitiva.
Francesco Alberoni, studioso delle emozioni, mi fornisce un altro spunto di riflessione, sottolineando come due amici quando si incontrano non si chiedono niente; è come se si fossero lasciati un momento prima e il loro dialogo non si fosse mai interrotto.
Scrive, infatti, Alberoni: “Due amici che si incontrano, anche dopo molti anni, non si chiedono niente. Non si subissano di domande per sapere che cosa hanno fatto, per ricostruire, giorno per giorno, il passato. Anzi quel passato sembra non interessarli affatto. Essi incominciano a parlare di ciò che sta loro a cuore nel presente. Ciascuno è totalmente disponibile al nuovo: senza preparazione. Gli amici che, incontrandosi, si dicono: «Adesso mi racconterai tutto» oppure «Dimmi tutto» non sono veri amici. Queste sono frasi di circostanza. Anche chi dice: «Ma da quanto tempo non ti fai vivo, perché non mi hai nemmeno scritto?» non è un amico. L’amico si limita a domandare: «Come stai, stai bene?» perché l’unica cosa che gli interessa è che noi stiamo bene”.
Alberoni continua la sua riflessione contrapponendo al tempo dell’amicizia quello dell’innamoramento, mostrando come due amici, a differenza di due innamorati non hanno necessariamente bisogno di vedersi e sentirsi in continuazione. “Gli innamorati – secondo Alberoni – parlano ore ed ore del loro passato. Ciascuno è affascinato dal passato dell’altro e lo interroga in continuazione. Anche dopo una separazione breve vuol sapere tutto ciò che ha fatto, riempire tutti gli spazi vuoti, tutti gli intervalli, anche i più brevi. Vuol conoscere i suoi pensieri, le sfumature del suo sentimento, i suoi dubbi. L’innamorato vuole ricostruire tutto, per aderire totalmente al vissuto dell’amato”.
Secondo Alberoni, quindi, un amicizia per essere tale non ha bisogno che i suoi protagonisti si vedano tutti i giorni, cosa che, sembrerebbe più necessaria a due innamorati.
Tuttavia, il cercare tempi e modalità di condivisione di ciò che viviamo mostra anche l’interesse che noi abbiamo verso i nostri cari. Quando un nostro amico si confida, racconta di sé, delle sue gioie e dei suoi problemi la nostra amicizia con lui, ne esce sicuramente più forte e più consolidata. Ma per fare tutto ciò è sicuramente necessario trascorrere del tempo insieme e condividere esperienze comuni.
Forse, al termine di questo articolo, non sarò giunto a dare una risposta definitiva alla domanda iniziale, ma credo che in questo campo non esistano delle risposte predefinite e uguali per tutti: ognuno di noi deve trovare il suo equilibrio nelle proprie amicizie, sempre nel rispetto dell’altra persona.
È vero che le visite tra due amici possono, con il tempo, diventare sempre meno frequenti, ma spetterà ai due amici decidere se associare a questa diminuzione del tempo passato insieme un disinvestimento dell’amicizia o se questa situazione sarà un’occasione per consolidare l’amicizia, più forte anche della lontananza fisica.